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Non è farina del mio sacco! Un furto? No, direi meglio, un “prestito”. Il danneggiato è il fisiologo tedesco E. Du Bois-Reymond.
Anche per chi non ha familiarità con il latino, cogliere il significato letterale è facile: ignoriamo oggi e anche domani ignoreremo. Vi propongo la mia interpretazione.
L’acquisizione di nuove conoscenze è sempre una conquista. Ricorrentemente c’è un travaglio all’inizio del percorso e anche durante, con dubbi sulla validità, insaporiti da timori di remare a vuoto. Ma quando arrivi alla fine ti prende una gioia intima che ti fa lievitare e ti ripaga della fatica e dell’impegno. Anche quando ti rendi conto alla fine che hai fatto un buco nell’acqua, c’è la soddisfazione di averci dato dentro e di avere, in ogni caso, imparato qualcosa.
Può poi accadere che quella conquista appaia superata. È una consapevolezza che deve far parte del proprio impegno. Quello che sappiamo è solo una tappa della conoscenza, destinata ad essere superata.
Due gli ingredienti che ci fanno stare bene:
Questa chiave di lettura vale innanzitutto in campo scientifico, ma, permettetemi l’ardire, anche nella vita personale.
Contestualizziamo. Quando ho studiato Biologia negli anni ’70, c’erano degli assiomi oggi sconfessati; ad esempio: le cellule nervose non possono riprodursi, il nucleo con il suo DNA dirige la cellula, siamo quello che è prescritto nel nostro DNA. Le conquiste di oggi hanno dimostrato gli opposti. Sono ben felice: riesco a dare più valore alle scoperte di oggi proprio grazie al mio bagaglio del passato.
Nella vita personale, sulla scia della passione e dell’innamoramento, investiamo, credendoci, nelle relazioni. Ne ignoriamo gli esiti: ma confidiamo. Indipendentemente dall’evoluzione, successivamente, ci troveremo a rimetterci in situazioni analoghe.
Questa voglia e determinazione a metterci in gioco costituisce un tesoro immenso: è espressione di vitalità.